Alla ricerca di un metodo teologico liberatore

dall'epistemologia delle teologie della liberazione al circolo ermeneutico di Juan Luis Segundo

Abstract

Questo articolo si propone di discutere la metodologia teologica delle Teologie della Liberazione. Per farlo, parte dalla spiegazione dei fondamenti epistemologici e metodologici della teologia classica, passando per il suo sviluppo all'interno delle Teologie della Liberazione, per arrivare alla discussione metodologica nel pensiero di Juan Luis Segundo (1925-1996). Uno dei teologi della prima generazione delle Teologie della Liberazione, ha mostrato un interesse particolare per la fondazione di una riflessione teologica che non si limiti a parlare di liberazione, ma che sia effettivamente liberatrice. Per fare questo, a suo avviso, è necessario sospettare, sulla base di una precedente opzione politica umanizzante e di un'esperienza critica della realtà, che le sovrastrutture (Chiesa e teologia), così come sono configurate, sono fonte di mantenimento di strutture sociali ingiuste. È quindi necessario de-ideologizzarle. Per svolgere questo compito, la chiave antropologico-liberatoria si riverbera sul metodo teologico. Per J.L. Segundo, sia il metodo teologico classico che la sua comune elaborazione liberatrice sono insufficienti e finiscono per riprodurre un discorso progressista nel linguaggio tradizionale, soccombendo a ciò che criticano. È quindi necessario portare alla luce un'opzione politica preliminare per l'umanizzazione dell'essere umano come presupposto essenziale di un metodo teologico liberante e applicarla, in un circolo ermeneutico, alla teologia.